Nel report “Torniamo a curarci” di Cittadinanzattiva (2021), realizzato con la Federazione italiana Medici di Famiglia e il patrocinio del Ministero della Salute, si legge che «uno dei dati che ha colpito di più, a cavallo tra la prima e la seconda ondata pandemica, è il crollo vertiginoso dei servizi offerti nei percorsi di prevenzione e di presa in carico dei pazienti non Covid, affetti da patologie croniche e/o rare, o semplicemente con problemi episodici di salute. La chiusura dei Pronto Soccorso, la limitazione o il blocco delle attività ambulatoriali, il mantenimento dei soli servizi sanitari di urgenza, lo stallo creatosi nei percorsi di prevenzione anche oncologica – seppur siano state decisioni prese allo scopo di limitare la diffusione del virus e dei contagi – hanno portato, quale conseguenza principale, ad un aumento dei casi di rinuncia alle cure e al peggioramento generalizzato dei livelli di salute della popolazione italiana».

L’effetto pandemia

Reparti sgomberati e riallestiti in fretta, pazienti non urgenti dimessi velocemente, vecchi ospedali chiusi da anni riaperti in quattro e quattr’otto per fare spazio ai posti letto necessari per i contagiati da Covid-19. Tutti ricordiamo la corsa contro il tempo messa in atto dalle strutture sanitarie agli esordi dell’emergenza pandemica nel nostro Paese. Un contesto che aveva imposto, pian piano in tutte le regioni, di rimodulare i ricoveri per interventi chirurgici programmati e sospendere tutti gli interventi non indifferibili, allo scopo di favorire il massimo impiego possibile delle terapie intensive e subintensive e la disponibilità di personale sanitario per assistere i malati di coronavirus.

Su una popolazione residente in Italia di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, oltre 14 milioni di persone convivono con una patologia cronica e con la necessità di una costante routine di cure (“Patologie Croniche riferite nella popolazione residente in Italia. PASSI 2015-2018”, a cura dell’Istituto Superiore della Sanità). Prevenire significa intraprendere un percorso ideale di buone abitudini e consapevolezza dei rischi, un percorso dove, se siamo anche affiancati da specialisti, un’adeguata prevenzione può essere il lasciapassare per una età matura autonoma e in salute.

Affrontare il futuro con serenità.

Sapere di poter accedere a strutture e medici d’eccellenza può fare la differenza nel percorso di diagnosi precoce. In questo caso si avrà una risposta veloce con una polizza sanitaria che, a seconda delle esigenze, può comprendere visite specialistiche e accertamenti diagnostici, trattamenti fisioterapici riabilitativi, pacchetti per la prevenzione con esami specifici e, con UniSalute, si può accedere alle sue strutture sanitarie qualificate in tempi rapidi e senza dover anticipare alcuna spesa.

Per proteggersi al meglio è possibile anche sottoscrivere una polizza sanitaria personalizzabile per affrontare con maggiore serenità un infortunio o una malattia, e con la garanzia “Prevenzione” è possibile monitorare continuativamente il proprio stato di salute attraverso una serie di esami da effettuare una volta all’anno presso le strutture sanitarie convenzionate con UniSalute.

Articolo del 27/4/2021